Glossario di arabismi in italiano / 2 è pubblicato con Licenza
‘Neoislamismi’ contemporanei: parole della vita quotidiana, della politica e della religione
In fase moderna sono entrate in italiano parole arabe relative alla religione e alla politica musulmane, in qualche caso in veste turca (muezzin, musulmano) o persiana (ayatollah), insieme a voci tratte dalla vita quotidiana (cucina e vestiario). Gli arabismi rientrano nella più vasta categoria dei cosiddetti islamismi, termini giunti alle lingue europee a seguito dell’espansione culturale e politica dell’Islām nelle zone costiere del Mediterraneo da Occidente fino al Vicino Oriente.
I ‘neoislamismi’ contemporanei fanno riferimento quasi esclusivo a realtà politiche, sociali, culturali proprie dell’Islām contemporaneo e giungono in italiano attraverso i canali dell’informazione giornalistica e radiotelevisiva. La loro veste fonomorfologica è in genere scarsamente integrata.
Parole della vita quotidiana: cucina mediorientale e vestiario
baclava/baklàva/baklavà: [1865], turco baklava /baˈkɫaβa/, ar. بقلاوة baqlāwa – dolce a base di sottili strati di pasta sfoglia, burro, zucchero o miele, farciti con frutta secca tritata e pistacchi, tipico dei Paesi mediorientali e balcanici
bulgur/burghul/burgul: [1794] turco bulgur /bulˈɡur/, ar. بُرْغُل burḡul – semola ottenuta dalla macinazione grossolana di cariossidi di grano precotte e seccate, utilizzata spec. nella cucina mediorientale
burqa/burka: [1975] pers. e urdu burka̒ /’burkhaʔ/, ar. برقع burqu̒ /ˈburka/ – nella tradizione di alcuni Paesi musulmani, indumento femminile che copre tutto il corpo, lasciando solo una griglia di tessuto più rado all’altezza degli occhi
chador: [1979] pers. چادر čador /tʃɒːˈdor/, “velo” – lungo velo che copre la testa e il volto, lasciando scoperti solo gli occhi, tradizionalmente indossato dalle donne di religione islamica; ampio scialle che copre il capo e viene fermato o annodato al collo, indossato dalle donne di religione islamica
cuscus/kuskus: [1563] ar. maghrebino كسكس kuskus – vivanda di origine araba a base di pallottoline di semola condite con salsa piccante, ragù di carni, umidi di pesce, stufati di verdure
falàfel/felàfel: [1989] ar. فلافل falāfil /fæˈlaːfil/ – polpettina di fave o ceci con prezzemolo, cipolla, aglio e spezie, tipica della cucina araba
hammam: [1990] ar. حمام ḥammām /ħam’ma:m/, “bagno; bagno turco” – luogo dove si possono fare bagni turchi, massaggi, cure fisiche
hijab: [1991] ar. حجاب hijab /ħi’dʒa:b/, pl. حُجُب hujub, “cortina; velo” – velo tradizionale delle donne islamiche che viene fermato sotto il mento e copre la testa, i capelli e il collo
hummus/hommos: [1972; 1990] ar. coll. حُمُّص ḥummuṣ /ħʊmˈmʊs/, “ceci” – crema di ceci con aglio, succo di limone, olio d’oliva, semi di sesamo e altre spezie, specialità della cucina araba
kebab: [1887] turco kebab /kɛ’bab/, ar. كباب kabāb, “carne arrostita” – spiedino di carne di montone o di agnello, con o senza verdure tra un pezzo e l’altro, cotto alla griglia; specialità della cucina mediorientale
kefiah/kefiyyah: [1895; 1983] ar. dial. kefīya /ke’fi:jæ/, var. del class. كوفية kafiyya/kūfiyya /kuˈfija/, prob. dalla stessa radice del lat. tardo cufia, “cuffia” – copricapo arabo, spec. beduino, costituito da un telo di cotone, lana o seta, che si indossa piegandolo a triangolo con due punte cadenti sulle spalle e la terza che scende a proteggere la nuca e il collo
kohl: [1899] ar. كُحْل kuḥl /kuħl/, pl. أَكْحَال ʾakḥāl, “antimonio” – polvere di antimonio di colore scuro, usata in Oriente come cosmetico per gli occhi
shawarma/shawerma: [1994] ar. شاورما šāwarmā/šāwirmā – pietanza di carne mediorientale; la parola deriva dal turco çevirme, “che gira”, ma in Turchia è chiamato döner kebabı; in Grecia è detto gyros, e in quest’ultimo caso può essere di maiale, animale escluso dal consumo alimentare per le popolazioni di religione islamica
taboulé/tabbouleh: [1994] fr. taboulé /tabuˈle/, ar. tabbouleh, da تَابَل tābal, “coriandolo; condimento” – piatto a base di bulgur, pomodori, prezzemolo, cipolle, succo di limone e foglie di menta, tipico della cucina libanese
tahina: [1963; 1987] ar. طحينة ṭaḥīna /ŧa’ħi:næ/, cfr. طحين ṭaḥīn, “farina”, dalla radice ط ح ن ṭ-ḥ-n, “macinare” o “frumento” – crema di semi di sesamo bianco usata come salsa in piatti della cucina mediorientale e greca
Mondo islamico: parole della politica e della religione
ayatollah: [1978] pers. آيت الله ayatollah /ɒːjætolˈlɒː/, ar. آية الله āyātu-ʾllāh, “segno di Dio” (adattato alla fonetica persiana) – nell’Islam sciita, la massima autorità religiosa, cui si riconoscono unanimemente particolari doti di saggezza, di preparazione teologica, dirittura morale e dedizione alla collettività
fatwa: [1829; 1956] ar. فَتْوَى fatwāʾ /’fatwa:ʔ/, pl. فَتَاوَى fatāwā, “consultazione, sentenza; opinione di tipo legale nel diritto islamico”, der. di afta, “decidere una questione di legge e dottrina religiosa” – parere giuridico-teologico pronunciato da un muftì in seguito alla richiesta di un giudice musulmano di sapere se un caso specifico è regolato dalla legge islamica e quale provvedimento eventualmente richieda; (est.) condanna pubblica conseguente a tale parere, che impegna tutti i credenti a eseguirne la sentenza
fedain/fedayin/feddayn: [1963] ar. volg. fedāyīn /feda:’ji:n/, var. di فدائيون fidāʾīyīn, plur. obliquo di fidā’ī, “colui il quale è pronto a sacrificare la propria vita per una causa” – appartenente al corpo militare composto da guerriglieri palestinesi, organizzato nel 1955 dall’Egitto contro Israele; (est.) guerrigliero palestinese
hezbollah: [1985; 1987] pers. ant. hezbollah, ar. حزب الله hizbu-ʾllāh, “partito (hezb, hizb) di Dio (Allāh)”, ar. volg. hezbollāh /hezbo’la:h/ – denominazione di alcuni movimenti islamisti radicali sciiti di ispirazione iraniana, spec. di un movimento attivo nel Libano, dotato di milizie armate
imam/iman: [1562] ar. إمام ’imām, “capo”, da amma, “egli precede, marcia in testa” – presso i musulmani sciiti, ciascuno dei discendenti diretti di Alì, genero di Maometto, riconosciuti come legittimi sovrani e capi spirituali per diritto divino, in numero di 7 o 12 a seconda delle sette; fedele musulmano che dirige la preghiera nella moschea; nel mondo islamico, chi eccelle per particolare erudizione e cultura in qualche campo delle lettere o delle scienze
intifada: [1987] ar. انتفاضة intifāḍa /ʔinti’fa:ða/, “scuotimento, sussulto”, poi “rivoluzione” – forma di lotta di massa dei Palestinesi, organizzata a partire dal 1987 nei territori della Cisgiordania e di Gaza occupati da Israele, caratterizzata da atti di disobbedienza civile, manifestazioni illegali e uso di armi improprie
Islam: [1869] ar. إسلام Islām, “sottomissione, abbandono, consegna (di sé alla volontà divina)”, da أسلم aslama, “sottomettersi”, “sottinteso alla volontà di Dio” – religione monoteistica, fondata da Maometto, che predica la totale rassegnazione a Dio e le cui regole sono enunciate nel Corano dettato da Maometto stesso; legge religiosa e anche politica dei Musulmani; mondo, cultura e civiltà musulmani; islamismo || islamico (agg.): ar. إسلامي ʾislāmiyy
jihad [s. f./m. inv, il sost. m. si usa con gli art. il, un, i]: [1892; 1899; 1979] ar. جهاد jihād /dʒiˈhæːd/, “combattimento, lotta” – guerra santa condotta dai seguaci dell’islamismo contro gli infedeli; denominazione di gruppi di integralisti musulmani, che dagli anni 1980-90 compiono attentati e azioni terroristiche in Paesi del Medio Oriente
madrasa/madrassa: [1957] ar. مدرسة mádrasa /ˈmæd-rasa/, pl. مدارس madāris, “luogo di studio”, comp. del pref. locativo مَـ ma- e درس dárasa, “studiare”, vc. di orig. aramaico-siriana – nelle civiltà islamiche, scuola coranica di diritto e teologia
muftì: [1529] ar. مفتي muftī, “colui che dà un responso legale; espositore della legge”, turco müftü – giureconsulto musulmano autorizzato per manifesta perizia dal governo a emettere responsi dottrinali (fatwā) su questioni di legge civile e religiosa; tali responsi sono stati spesso raccolti, costituendo un’importante fonte per gli studiosi di diritto e una guida per l’interpretazione delle fonti islamiche
mujaheddin/mujahiddin/mujahedin: [1986] prob. dall’ingl. mujaheddin /mu:dʒəhə’di:n/, ar. مجاهدين muǰāhidīn, pl. di muǰāhid, “combattente per il jihad, la guerra santa”, part. attivo del v. جاهد jāhada [radice ج ه د j-h-d, “sforzo”] – combattente musulmano impegnato nella guerra santa contro i nemici dell’unità islamica; guerrigliero del movimento nazionale islamico dell’Afghanistan
muezzin: [1602; 1721] turco müezzin /myez’zin/, ar. مؤذن muʾaḏḏin, “colui che annuncia l’ora della preghiera” – nelle moschee islamiche, persona che, dal minareto, invita, con canto rituale e nelle ore prescritte, i fedeli alla preghiera, e che provvede ad altre incombenze rituali, con ufficio spesso ereditario
mullah: [av. 1652] turco molla /mol’la/, pers. mullā, ar. مَوْلَى mawlā, “tutore; signore”, ar. ملا mullā – in India, Iran e nei paesi di lingua turca, cultore delle scienze religiose islamiche
musulmano/mussulmano: [1557] dal turco müslüman, ar. pers. muslimān, pl. di مسلم muslim, “appartenente all’Islam”, voce ar. “sottomesso” – seguace dell’islamismo
ramadan: [1422] ar. رمضان ramaḍān /rama’đa:n/, “il mese caldo”, perché anticamente cadeva in estate – nono mese del calendario musulmano, in cui vi è l’obbligo dello stretto digiuno dall’alba al tramonto; serie delle osservanze rituali cadenti in tale mese
shahid: [1988] ar. شهيد šahīd /ʃaħˈiːd/, “martire; testimone” – termine coranico che indica il combattente islamico che dà testimonianza della sua fede accettando di morire in battaglia
sharía: [1960] ar. شريعة šarʿīya /ʃaˈrija/, “strada battuta” [radice ش ر ع š-r-ʿ, “legge; legislazione”] – legge islamica che regola i comportamenti pubblici e privati, religiosi e civili dei fedeli; è formata dalle prescrizioni del Corano e dalle aggiunte di interpreti ed esegeti dei primi secoli dopo la morte di Maometto
sunna: [1872; 1895; 1941] ar. سُنَّة sunnah, “norma, regola” – regola di comportamento, criterio interpretativo, consuetudine che i musulmani sunniti traggono dal Corano e dalle tradizioni relative a Maometto
sura: [1873] ar. سورة sūra /’su:ræ/, “sequenza; linea di mattoni” – ognuno dei centoquattordici capitoli del Corano
talebano/taliban: [1994] pers. ṭālibān, pl. dell’ar. طَالِب ṭālib, “studente” – studente di scuola coranica, membro di un’organizzazione politico-militare di ispirazione integralista islamica attiva in Afghanistan dal 1994 e al potere fino al 2001
ulama/ulema: [1553; 1592] ar. عُلَمَاء ʿulamāʾ, “i saggi, i dotti”, pl. di عَالِم ‘alīm, “sapiente”, da عَلِمَ ‘alima, “sapere” [radice ع ل م ʿ-l-m, “sapere; conoscenza”] – maestro che si dedica alla teologia musulmana, all’origine esperto nella scienza coranica e delle tradizioni
∗ ∗ ∗
Fonti
Introduzione tratta da: arabismi, di Marco Mancini (2010), © Enciclopedia dell’Italiano Treccani
Voci del glossario, definizioni e traslitterazioni tratte da:
Termini in arabo, persiano e turco tratti da: Arabic language – Wiktionary,
Immagini
couscous,
Sura del Corano (Folio from a Koran, 8th-9th century), Pubblico dominio
∗ ∗ ∗
Glossario di arabismi in italiano / 2 è pubblicato con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale