L’identità dell’individuo nel nome: اِسْم ism, كنية kunya, نِسْبَة nisba, لَقَب laqab

Per i grammatici arabi il termine coranico  اِسْم  ism, “nome”, ha due possibili etimologie:

  1. deriverebbe dalla radice  سمو  s-m-w, “essere alto; elevarsi, dominare”: il nome è considerato sotto il suo aspetto essenziale e permanente e designa la realtà essenziale del nominato, oppure
  2. dalla radice  وسم  w-s-m, “mettere un marchio, un segno (su qualcosa); definire; avere un bel viso”: del nome è preso in considerazione l’aspetto formale, che definisce la realtà manifestata del nominato.

Queste due etimologie complementari mettono in luce la doppia dimensione dell’essere, legato sia all’essenza che all’apparenza. Il termine coranico اِسْم  ism va dunque molto al di là della semplice “denominazione”.

In seno alla società araba tradizionale ciascun individuo è distinto da un insieme di qualifiche che determinano molto precisamente la sua identità. Il “nome proprio”, ricevuto alla nascita, non è che il primo degli elementi costitutivi del suo nome.

  • Il nome proprioاِسْم  ism è la sola denominazione dell’identità intima dell’individuo: ad es.   عَلِيّ ʿAlī  (a.m.  عَلِيّ ʿaliyy, “nobile, elevato, alto”);  فَاطِمَة  Fāṭima (“giovane cammella svezzata; colei che è allontanata dal fuoco”).
  • Il nome di paternità / di parentela  كنية  kunya, “soprannome; cognome; nomignolo” è un appellativo composto da أَبُو  ʾabū, “padre”, o  أُمّ  ʾumm, “madre”, seguito in genere dal nome del primogenito: ad es. أبو الحسن   Abū ‘l-Ḥasan (“il padre di Ḥasan”);  أم سلمة  ʾUmm Salama (“la madre di Salama”).
  • Il nome di filiazione / di relazione – نِسْبَة  nisba, “attribuzione; parentela, affinità” indica l’appartenenza tribale o il luogo di origine, di soggiorno o di decesso (città, regione, paese): ad es. al-Miṣrī (“l’egiziano”).
  • Il soprannome  لَقَب  laqab, “nomignolo; titolo, cognome”   può essere un epiteto onorifico, legato alla religione o al potere: ad es.  صلاح الدين  Ṣalāḥ ad-Dīn (“integrità della religione”).

A questi elementi si possono aggiungere: la designazione del rito religioso, ad es.  الْمَالِكِي  al-Mālikī (“che segue la scuola giuridica malichita”); oppure l’indicazione del mestiere esercitato, ad es. الغزالي  al-Ghazzālī  (“il filatore”).

 Bayt Al Amal _Speranza

Nomi arabi maschili

إِبْرَاهِيم  ʾIbrāhīm, “Abramo”; dall’ebraico  אַבְרָהָם  Avrahám, “Padre di nazioni/dei popoli”.

إِكْرَام  ʾIkrām, “deferenza; ospitalità; testimonianza di rispetto”; dal v.  أَكْرَمَ ʾakrama, “onorare, riverire (qno.); essere gentile, generoso (con qno.)”.
اکرام   الضيف   ʾIkrām ad-Ḍaif, “
accoglienza generosa dell’ospite verso il suo invitato per onorarlo”.

عَزِيز  ʿAzīz, agg. “potente, possente; forte; onorato; caro, amato (per); prezioso, raro”; n.m. “amico”.

نُوح   Nūḥ, “Noè”; dall’ebraico  נוח ‎  Nóaḥ, “quiete, riposo, conforto”.

Nomi arabi femminili

أمل  ʾAmal, “Speranza”; dal  v. أَمَّلَ  ʾammala, “sperare”.

جاھدة  Jāhidah, “colei che si sforza, che fa forza su se stessa”; dal v. جَهَدَ  jahada, “sforzarsi, applicarsi in, dedicarsi a”, radice  ج ه د ‎  j-h-d, “sforzo; lavoro, fatica”.

نورة  Nurah  نُور  Nūr / Noor, “luce”. Equivalente di Lucia e Nora.

واجدة  Wājidah, “colei che trova ciò che desidera”; dal v. وَجَدَ  wajada, “trovare (qn./qc.); rintracciare; ritrovare; ottenere (qc.)”.

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Fonti

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Immagine:  Bambine al centro educativo Bayt Al Amal بيت الامل (la casa della speranza) di Kilis, © 2016 Amal for Education

Altri appunti:

🖋   Nome, اِسْم ism

L’Islam attraverso il diritto

Per provare a comprendere che cosa sta accadendo ora in Medio Oriente e nei paesi a cultura islamica, per cogliere le origini di un conflitto interno allo stesso mondo islamico e la tragedia che si sta consumando in alcuni paesi, non basta ricorrere al Corano: occorre ripercorrere, per quanto è possibile, la storia di quei paesi, e soprattutto comprendere in che modo il diritto religioso e statale hanno interagito nel corso dei secoli. Che cos’è la sharìa? Quanta sharìa rimane oggi nelle moderne codificazioni dei paesi islamici? È possibile “misurarla”?

Tabula Rogeriana, 1154

In quattro puntate il programma di cultura religiosa Uomini e Profeti di Radio 3 ha ripercorso la storia del diritto islamico dalle origini ai giorni nostri, attraverso le Lezioni di due studiose di diritto islamico, Valentina Donini e Deborah Scolart, e con letture di Giuseppe Cederna tratte dai classici del diritto islamico.
Tutte le Lezioni sono arricchite da una bibliografia.

I. Nascita del diritto islamico, 622-1258 (6 novembre 2016). La rivelazione coranica e le fonti del diritto. Dalla dottrina si ricavano le regole che guidano la condotta quotidiana del credente. Nasce e si sviluppa una nuova cultura religiosa e giuridica.

II. Espansione dell’Islam, 1258-1774 (13 novembre 2016). L’espansione dell’Islam, soprattutto in relazione all’Impero turco ottomano, e la riscossa dello stato legislatore. Lo sciismo “giafarita” diventa religione di stato. Nasce una prospettiva di pluralismo giuridico.

III. La crisi politica, XIX secolo (20 novembre 2016). La dialettica siyasa (politica) / sharìa (legge religiosa) si inserisce in un contesto di arretratezza industriale, economica e culturale che spalanca le porte al colonialismo. Mentre l’Impero ottomano tenta delle riforme (tanzimat) per scongiurare la dissoluzione dello Stato, altrove il diritto musulmano si misura con i modelli giuridici francese (Nord Africa), inglese (Subcontinente indiano), olandese (Indonesia). Gli intellettuali musulmani iniziano a riflettere su quale debba e possa essere il ruolo della donna nelle società in divenire.

IV. Il XX secolo (27 novembre 2016). Gli stati islamici divenuti indipendenti si dotano di codici nei quali confluiscono la sharìa, per lo statuto personale, e istituti di derivazione europea, per il diritto civile e commerciale. Le costituzioni definiscono il ruolo dell’Islam e della sharìa con molteplici sfumature e, verso la fine del secolo, la re-islamizzazione degli ordinamenti assume una forte dimensione identitaria da un lato e legittimatrice del potere dall’altro.

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Lessico politico

شريعة  šarʿīya (n.f.): strada battuta;  sharìa, la legge islamica [radice  ش ر ع ‎  š-r-ʿ, “legge; legislazione”]

سِيَاسَة  siyāsa (n.f.): politica, diplomazia

تَنْظِيم   tanẓīm (n.m.): ordinamento; regolazione, regolamentazione; normativa, legge, statuto, regime [radice  ن ظ م ‎  n-ẓ-m, “organizzazione; sistemazione”]

تنظيمات   tanẓīmāt: regolamenti, riorganizzazione, in turco ottomano

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Immagine: Tabula Rogeriana, 1554, al-IdrīsīWikimedia Commons, Pubblico dominio

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Altri appunti:

🖋  Glossario di arabismi in italiano / 2    Licenza Creative Commons

Scrivere in arabo sul PC e nel web /2

Fra gli strumenti disponibili per scrivere in arabo sul computer e cercare termini arabi nel web, Yamli – Arabic Search Engine and Smart Arabic Keyboard [dall’arabo  يملي‎‎  yamlī, “[lui] detta”] offre un motore di ricerca, un editor di testo ed estensioni per il browser (Firefox e Chrome).

 

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La Smart Arabic Keyboard permette di scrivere in arabo direttamente dal browser, grazie alla traslitterazione in tempo reale che converte i caratteri latini nei loro equivalenti arabi.

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Il motore Yamli Arabic Search fornisce i risultati più pertinenti per i termini arabi, estendendo la ricerca alle traslitterazioni in caratteri latini di uso più frequente.

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Immagini:  Screenshot da Yamli, © 2016 Language Analytics LLC

Altri appunti:

🖋  Scrivere in arabo sul PC e nel web / 1

 

Ninive, Ecbatana, Cirene…

Ninive, Ecbatana, Cirene, Samarcanda, tutte queste città scomparvero ingoiate dalla terra. Alcune lo fecero in modo brusco e imprevisto, altre gradualmente. Di quelle rigurgitate alcune persistono come rovine, e ce ne sono, poi, che ancora aspettano di ricomparire.
Le città non sprofondano sempre alla stessa maniera: a volte scompaiono del tutto in un breve lasso di tempo, altre a zone e in modo progressivo. Ecbatana cominciò dai quartieri periferici e finì con i palazzi e i templi situati nel cuore dell’urbe. Sodoma e Gomorra rappresentano il tipico caso di scomparsa brusca. Di frequente sprofonda solo una parte e passano secoli, e perfino millenni, prima che ne scompaia un’altra.
Cartagine fu divorata sette volte e altre sette rigurgitata. Il susseguirsi delle rovine ne è la prova.
Non serve a niente allarmarsi e quasi nessuno lo fa; solo gli sciocchi e i pusillanimi cercano di fuggire quando corre voce che la città stia per sprofondare: le scomparse sono imprevedibili, così come il modo in cui avvengono. Lo sprofondare di una casa o di un tempio non è sintomo inequivocabile del destino dell’intera città.
Una leggenda vuole che le città ingoiate riemergano presto o tardi in un altro luogo della terra o, addirittura, nello stesso da cui provengono.

Da Il piano delle città, traduzione di Marta Graziani, in: Un re capriccioso e indolente (StreetLib/Dragomanni, 2014), antologia di racconti di Norberto Luis Romero

 

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Per le città del mondo arabo, culla di civiltà.

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Ninive, Iraq: antica capitale dell’Assiria, oggi nei pressi di Mosul; accadico Ninuwa o babilonese Ninua, “sede di Ishtar; casa del pesce”, ebraico נִינְוֶה  ‎ Nīnewēh, arabo نِينَوَى ‎  nīnawā

Ecbatana, Iran: antica capitale della Media, oggi Hamadān; persiano antico Haŋgmatāna, “luogo di riunione”

Cirene, Libia: importante colonia greca e romana nel Mediterraneo, vicina all’odierna Shahat; greco antico Κυρήνη ‎(Kurḗnē)

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Illustrazione: © Norberto Luis Romero, 2014

Altri appunti:

✏  Mondo arabo: Paesi e capitali / 2,  Licenza Creative Commons

✏  Mondo arabo: Paesi e capitali / 1, Licenza Creative Commons

Quale arabo? Arabo moderno standard e dialetti

…l’arabista in erba cederà presto al fascino particolare dei vari dialetti,
Corso di arabo contemporaneo (Hoepli 2010)

 

الْفُصْحَى  al-fuṣḥā  e  لَهْجَة  lahǧa

La tradizione occidentale identifica la lingua ufficiale dei ventidue Stati indipendenti della Lega araba come arabo classico, arabo letterario o arabo standard.
La tradizione araba usa invece la definizione  اللغة العربية الفصحى  al-luġa l-ˁarabiyya l-fuṣḥā, “la lingua araba eloquentissima”, o  الْفُصْحَى  al-fuṣḥā (da leggere fúṣ-ḥā), che deriva da فَصِيح  faṣīḥ, “puro; elegante; eloquente”.
Il termine  لُغَة  luġa, “lingua”, designa in generale la facoltà umana del linguaggio.
Quello che in Occidente è definito arabo dialettale, arabo colloquiale o arabo parlato, in arabo è reso da  عَامِّيَّة ˁāmmiyya, “lingua parlata; dialetto”, più usato nel Mashreq, o da  دَارِجَة  ‎ dāriǧa, “lingua corrente”, più usato nel Maghreb.
Il termine  لَهْجَة  lahǧa, “accento; dialetto, parlata”, non è connotato regionalmente.

 

Quattro forme di arabo

L’arabistica moderna distingue quattro forme di arabo:

  • l’arabo classico, la lingua testimoniata dalla poesia preislamica (V-VII secolo d.C.), dal Corano – con l’avvento dell’Islam, la fuṣḥā assurge al ruolo di lingua sacra, scelta per la Rivelazione divina – e da tutta la letteratura dei primi secoli dell’ègira (dal 622 d.C.);
  • l’arabo moderno standard, la lingua insegnata nelle scuole arabe e usata dagli scrittori del Novecento, nella prosa giornalistica e nei testi scritti amministrativi, nei mezzi di comunicazione di massa e nelle università;
  • il neoarabo o arabo dialettale, l’insieme di dialetti usati nella comunicazione quotidiana, al di fuori dello scritto e delle situazioni formali, che varia da un Paese arabo all’altro, da una regione all’altra e anche all’interno dei singoli Stati;
  • il medioarabo, una forma di arabo scritto che coesiste con l’arabo classico a partire dal Medioevo e in cui compaiono devianze dalla fuṣḥā e tracce del dialetto.

 

La diglossia

La situazione linguistica del mondo arabo è definita con il termine diglossia.
N
ei Paesi arabi coesistono due varietà della stessa lingua: una varietà alta, l’arabo moderno standardfuṣḥā, lingua ufficiale di ogni Stato, della letteratura, della stampa, dell’amministrazione, dell’istruzione e dei mezzi di comunicazione; e una varietà bassa, il dialettoˁāmmiyyadāriǧalahǧa, lingua della comunicazione quotidiana. I due sistemi linguistici sono aperti e si influenzano a vicenda: accanto all’arabo standard ne esiste uno più disinvolto, influenzato dal dialetto del parlante, e si distinguono diversi livelli di dialetto – locale, nazionale, colto e formale.

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Fonti

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Altri appunti:

✏  Lingua, لسان lisān